lunedì 1 marzo 2010

NUOVA LETTERA AD ARTICOLOZERO

Gentili Giuseppe Ruffino e Fabrizio Di Giorgi,

leggiamo con una certa frequenza il blog e i volantini distribuiti in piazza ma dobbiamo sinceramente rivolgervi alcune critiche anche se condividiamo buona parte delle cose che scrivete e delle vostre iniziative.
Giusta ad esempio la campagna di sensibilizzazione che state facendo sull’acqua e le critiche contro il sindaco e i consiglieri. Ma vi chiediamo pure dove siete stati fino a poco tempo fa? Non sapevate da tempo che il sindaco aveva dato il consenso per consegnare la rete idrica comunale ai privati? L’associazione Liberacqua dove anche noi siamo stati in fila a fare la domandina per il rimborso della tassa sul depuratore, da tempo fa questa battaglia anche se non se ne sa più niente. Ripetiamo, dove eravate?
Noi siamo un po’ diffidenti, ormai è difficile fidarsi di qualcuno con quello che si sente in giro ma quando dite e ripetete nel vostro programma che non presenterete liste o un candidato a sindaco alle prossime elezioni comunali la nostra diffidenza aumenta. Di qua alle prossime elezioni ci sono due anni almeno e chi ci dice che di qua ad allora non cambierete idea e cioè, che tutto sommato vale la pena presentarsi?
Infine ci chiediamo come è possibile che due persone così diverse politicamente come voi si mettono insieme per il fine che si propongono?

Gradiremmo risposte chiare e non generiche.
Grazie.
Maria Finazzo
Ivan Pellerito
Rino Pillitteri
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RISPONDONO g.ruffino e f.di giorgi

Vi ringraziamo per la schiettezza. Consentitene altrettanta a noi.
Sia pure su sponde politiche diverse, avevamo sostenuto in vario modo la candidatura a sindaco di Girolamo Consiglio. Dai nostri differenti punti di vista, c’era poco da scegliere! Ci siamo fidati (non fidarsi è bene, ma fino a un certo punto; ci sono “scadenze” in cui è necessario, nonostante tutto, compiere una scelta. La vita è scelta). G.Consiglio, tra le altre cose, affermava dai palchi che mai e poi mai avrebbe consentito la privatizzazione della condotta idrica; che mai e poi mai avrebbe consentito la privatizzazione della raccolta dei rifiuti; che mai e poi mai (ma questo è un altro capitolo ancora aperto) avrebbe consentito la costruzione del depuratore a Cala Rossa. Poi, col passare dei mesi, le promesse elettorali sono state platealmente disattese e le poltrone sono diventate veri e propri feticci. In noi (come in molti altri) è subentrato lo sconcerto ed una sorta di graduale disincanto-disorientamento. Dal disorientamento alla mortificazione-silenzio il passo è stato breve. Giustamente chiedete: «Dove eravate?». Risposta: nel limbo della mortificazione. Ma ora ci siamo risvegliati incazzati. Tutto qui.

Fate bene a dubitare di tutto e di tutti (noi inclusi, ci mancherebbe!). Questo è l’atteggiamento di spirito preliminare ad ogni decisione seria e ponderata. Su questa base, sollevate anche un interrogativo («…chi ci dice che di qua ad allora non cambierete idea?») che è un macigno sulla nostra dichiarata non partecipazione alle prossime elezioni comunali. Sia chiaro, noi non abbiamo promesse di alcun genere da fare, nulla da chiedere e nulla da dare. Vorremmo solo offrire, a chi ci crede, l’opportunità di avviare un tacito patto civico, una azione-reazione condivisa che rincanali la quotidiana vita sociale nel fiume dei valori e della legalità diffusa, del leale rispetto delle regole formali e sostanziali che sono -non dimentichiamolo- il sale delle nostre Istituzioni democratiche. Non dobbiamo convincere nessuno poiché non dobbiamo infoltire schiere di adepti per poi usarle a piacimento; non ci atteggiamo a “giustizieri della notte”, ma siamo e ci sentiamo semplici cittadini che hanno piene le tasche di burattinai, mistificatori, opportunisti e faccendieri.

Ultima e non secondaria questione.
Voi chiedete: «… come è possibile che due persone così diverse politicamente si mettono insieme per il fine che si propongono?».
Risposta. Se due persone, due cittadini come noi (ed altri come noi), con storie politiche, esperienze, età e formazioni culturali diverse (a volte anche opposte) ad un certo punto della loro vita pervengono alla medesima conclusione sul “che fare?” a Terrasini e si espongono in prima persona contro il “vuoto” imperante, allora vuol dire che la misura è colma, che si è inceppato il meccanismo del ricambio qualitativo-generazionale. Noi, in questa fase, sentiamo invece soprattutto tanfo di acqua stagnante. Per questo urge, prima d’ogni formazione di liste o di candidature a sindaco (come se fosse la partecipazione al Grande Fratello), che i cittadini ritrovino la forza ed il coraggio di smuovere lo stagno.

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