sabato 20 febbraio 2010

COL FUTURO NON SI GIOCA

La presente lettera di una lettrice, che pubblichiamo nel corpo centrale del blog, ci è pervenuta ieri come commento generale. Abbiamo deciso così perché è una lettera significativa dell’aria soffocante che respiriamo.

In calce, poi, un breve commento di “bacillo”.

___________________________________

Caro Articolo Zero,

ho letto gli articoli comparsi sul vostro Blog (l’ho trovato grazie a facebook) e mi sembra che interpretino bene lo schifo che ci circonda. Interessanti, soprattutto alla luce di quanto accade oggi in Italia e a Terrasini per altri versi (simpatica la satira di Bacillo sulla mutazione dei consiglieri in… poltrone).

Sono felicemente sposata da 18 anni, ho due figli ormai cresciuti e mio marito lavora in aeroporto. Viviamo a Terrasini da circa otto anni. Io sono insegnante precaria di materie scientifiche, praticamente da quest’anno disoccupata anche grazie alla ministra Gelmini. Sono molto preoccupata, come tante, troppe madri, per il futuro di questi nostri figli. Cosa faranno? quali le possibilità di inserimento nella vita produttiva? quali possibili occupazioni? A volte mi ritrovo angosciata pensando a quello che ci riserva il futuro e mi indigno sentendo tutto ciò che di vergognoso accade in Italia a scapito di noi tutti.

Ma tornando a Terrasini, devo dire che mi è tristemente piaciuta la nota satirica sui politici (“Mercante in Fiera”). Però riflettevo fra me e me e mi dicevo: ma queste persone che occupano le poltrone in consiglio comunale (purtroppo molto al di sotto delle aspettative di chi le ha votate), gli assessori attuali e quelli che si sono avvicendati, lo stesso sindaco deludente, perché sono così tenacemente incollati alle cariche (alle poltrone)? Quali interessi hanno nel loro insieme a stare così abbarbicati? Forse pochi, ma tutti gli altri che non contano nulla, cosa si aspettano dai pochi furbi? Perché reggono loro il gioco? E così, mentre noi ci affanniamo per far quadrare i bilanci familiari, c’è chi gioca a far la politica, a permettere la privatizzazione dell’acqua (ne vedremo delle belle con le prossime bollette). Ma non credo che sia un gioco la politica, chissà quali interessi ci sono in palio.

Non so se pubblicherete questo sfogo. In ogni caso vi prego di omettere le mie generalità complete.

Grazie comunque.

Angela

_________________________

L’ANGOLO DELLA SATIRA

con bacillo

Il livello!

Ho letto l’accorato sfogo della gentile Signora e ho pensato tra me che non tutto è perduto se a Terrasini c’è ancora chi reagisce. Il suo sfogo, a ben riflettere, contiene in sé le risposte, pertanto la cosa migliore è buttarla in satira, se non altro per addolcire un po’ la vita.

La Signora, tra i vari aspetti evidenziati, ne pone uno molto, ma molto serio che si può così riassumere: «Quali interessi…?». Cara Signora, a parte i lauti compensi assessoriali, in riferimento ai quali il neo assessore carinese scrisse tempo fa in un documento doversi almeno dimezzare per moralizzare la politica (ancora tutti aspettiamo che sia lui ad iniziare), sono convinto che il “fenomeno evoluzionistico” (amministratore che si attacca alla poltrona fino ad assumerne le sembianze), non sia assolutamente da addebitarsi al virus degli interessi personali. Certo, qua e là, di tanto in tanto, forse affiora qualche villa inconciliabile con la depurazione pubblica, o qualche strada compare-devia-scompare, ma nell’insieme, mi creda Signora, si tratta di quisquilie. Sembra un paradosso, ma il solo ipotizzare l’esistenza di “interessi personali” non sarebbe un’insinuazione, ma un elogio. Sarebbe come elevare un… birbantello sul podio del genio della mazzetta. La verità è un’altra: la mutazione darwiniana si è verificata in quanto fusione con le poltrone (nel senso del copulare) poiché sono morbide e in vera pelle, le stesse su cui poggiava le blasonate natiche la principessa la Grua Talamanca. Dunque, la libidine della poltrona e nient’altro.

Le racconto un aneddoto (realmente accaduto) per rendere più chiaro il livello e concludere.

La moglie di un sindaco leghista di un paesino del Veneto, per vendicarsi del fatto che i consiglieri avevano sfiduciato il marito, il giorno del “trasloco” staccò rabbiosa l’apparecchio telefonico da una stanza del municipio e lo riattaccò alla presa della propria abitazione (traduco): «Così -disse tra sè- da oggi in poi telefono a sbafo alla faccia loro». Quando il marito ex sindaco l’appurò, le intimò di restituire all'istante l’apparecchio, non ritenendo onesto far gravare la bolletta di casa sul bilancio comunale.

Bene, il livello non è lo stesso, ma ci siamo quasi!

bacillo

Nessun commento:

Posta un commento